sabato 3 marzo 2007

Pole la donna permettisi di pareggia' co' l'omo?

Questa domanda, dal mitico "Berlinguer ti voglio bene" è un ottimo titolo, e spunto di riflessione.
La risposta, istintiva per tutti coloro che hanno buon senso è "certamente!", dato che siamo abituati, fin da piccoli, all'idea che non si debbeno fare discriminazioni fra persone, per nessun motivo, men che meno per il loro sesso...
Eppure... eppure un dubbio mi è sorto, col passare del tempo.
Sono ovviamente d'accordo che donne e uomini dovrebbero avere le stesse opportunità di studio, guadagno, e che, allo stato attuale delle cose, purtroppo non sempre ciò si avvera.
Il mio ragionamento però riguarda altri aspetti della vita, non meno importanti, almeno a mio avviso, anche se di meno rilievo nella questione delle pari opportunità: i rapporti interpersonali.
Nel relazionarsi fra loro, gli uomini e le donne seguono, nella maggior parte dei casi, degli schemi molto vecchi e radicati nella società: in pratica, l'uomo prende l'iniziativa (al massimo la donna manda "segnali" per incoraggiare), la donna decide se accettare o meno le avances, e poi di seguito... la parte maschile è portata a fare il primo passo, la feminile a seguire (o frenare) il movimento, come in una danza in cui uno conduce l'altro.
Altro fenomeno da considerare è la tendenza dell'uomo ad "offrire"; questa è talmente radicata, che ormai si da per scontata; capisco che in un mondo in cui gli uomini tendono ad avere stipendi più alti possa sembrare normale, ma penso che si potrebbe anche vedere un po' come un tentativo di porsi in una situazione di "vantaggio".
Ora, premesso che so già quali sono le obiezioni più frequenti al mio discorso ("non è sempre così!" "io non lo faccio!"), vorrei far presente che la mia età relativamente giovane ed il mio scarso visitare realtà diverse mi danno probabilmente una visione incompleta, tuttavia devo prendere atto che le persone da me conosciute finora erano permeate da questi schemi di comportamento; ed io per primo in realtà ne sono influenzato.
Il fatto è che, le volte che mi sono trovato a discutere di queste cose con ragazze, mi sono quasi sempre sentito rispondere "Sì, è vero, ma è che l'uomo piace di più se è deciso..." e, sul fatto di offrire "Non è fondamentale, però, se lo fa, fa piacere...".
Il dubbio che mi frulla in testa deriva da questo verbo utilizzato: "piacere"... Ne siamo sicuri? Cioè, capisco che il vedersi anticipare nelle intenzioni, oppure offrire una bevuta o una cena sia gradevole... tuttavia, il sistematico lasciare all'uomo le decisioni non è un po' controproducente? Mi spiego: a me, quando capita che mi venga offerta per più di una volta qualcosa dalla stessa persona, provo un po' di disagio, che tendo a sopprimere ricambiando il favore il prima possibile... non è una questione di bilanci o di sospetto nei confronti del generoso, che probabilmente non ha secondi fini, ma più che altro un mio sentirmi in pace con me stesso, per non dover sospettare di essere dipendente da chiccessia. Altrettanto se mi trovo a dover sempre dipendere dagli altri per l'organizzazione del mio tempo (in verità non c'è cosa che odio di più di non potermi amministrare le mie giornate come mi pare). Così mi viene da pensare: è possibile che alla fine nelle donne si venga creare un meccanismo psicologico simile, di dipendenza da parte del cavaliere che pensa a organizzare ed a pagare, senza che lei venga sfiorata dalle normali preoccupazioni...
Per farla breve, non c'è il rischio che magari sottilmente, quasi con messaggi subliminali, la donna sia portata ad essere, suo malgrado, dipendente dall'uomo, non solo economicamente, ma anche per il semplice vivere quotidiano?
Tanti interrogativi, a cui non so dare risposta, anche perchè, da uomo, non posso certo pretendere di comprendere ciò che pensano tutte le donne...
Da parte mia, per come sono stato educato, ho sempre avuto difficoltà ad accettare che qualcuno si facesse carico della mia vita, preferendo averne tutte le rogne, ma non dovendo delegare responsabilità ad altri.
Credo che se improvvisamente diventassi donna, mi troverei in grossa difficoltà ad accettare tutte le "gentilezze" maschili (pur essendo io il primo, ribadisco, a metterle in pratica per quanto mi è possibile...).

3 commenti:

ni ha detto...

Birichino che non sei altro!!!!
Tante domande, che tralasciano sfortunatamente un bel fattore: il fattore donna.
Dici bene nel dire che noi maschietti difficilmente possiamo capire.

Io proverò a spiegare cosa m'è parso di intuire:
Tu vedi l'offrire come gesto gentile, come una cortesia da ricambiare; una donna non credo. Credo, per quanto neghino, che tutte crescano in una congrega mentale dove si sentono dee.
Noi ci sentiamo in dovere nel dare e in imbarazzo a ricevere, loro "hanno piacere se..." perchè in realtà si sentono meritevoli ed in attesa di adulazione.

La sostanziale differenza tra M e F è sessuologica: il nostro testosterone dice cose diverse dall'andirivieni estrogeno-progestinico. La nostra voglia ci rende belve disposte a tutto, corteggiatori sfacciati. Loro sin da piccole vivono in difesa, attendono, osservano noi, le ritualità di corteggiamento, le competizioni... Sono abituate ad essere al centro delle nostre attenzioni!

Per questo non hanno disagio: è normale per loro che sia l'uomo a fare quel passetto in più. Oggigiorno non è più prassi e viene considerato valore aggiunto, ma piace senza creare imbarazzo perchè in fondo le donne sanno apprezzare l'esser venerate.

troppo contorto???
spero di no. Ciriciaooo!

Poros ha detto...

No, abastanza comprensibile, ma mi resta un dubbio: quanto di questi atteggiamenti "propri" dei due sessi sono determinati da ormoni e quanti da educazione, mentalità inculcata con modelli preconfezionati dalla tenera età? Io temo che in realtà, a crescere liberamente, uomini e donne non avrebbero tutte le differenze di comportamento ed abitudini che noi attribuiamo alla differenza fra estrogeni e testosteroni (per altro, se non erro, chimicamente minima...)

ni ha detto...

a parte che sai meglio di me quanto già una cosa scema come l'allosteria possa dare effetti radicalmente diversi...

Si, concordo, è più una questione di comportamenti preconfezionati, di condizionamento "classico", più che di chimica ormonale.
Quello di cui sono certo è che la base del concetto instillato fa si che una donna non si sente in dovere di restituzione poichè abituata che il suo ruolo è di stare a farsi venerare... anche la più paritaria non si sentirà in imbarazzo se il maschio offre: è abituata che così va bene che sia.