lunedì 28 luglio 2008

Eravamo io, il guardia di porta ed il mastro di chiavi...

Giovedì sera, serata all'insegna della cultura e della bella musica: c'era il concerto delle Lollipop.
Bwahahahahahahaha, no, no: scherzavo, ovviamente, mettete via le mannaie.
Sono andato, grazie a spinta e compagnia del sempre ottimo Nico, a sentire Ludovico Einaudi, di cui non sapevo una mazza, se non che porta il cognome di un editore e di un presidente della repubblica (che poi ho scoperto essere tutti e tre parenti).
Mi piace il Pianoforte, e il concerto è stato gradevolissimo, anche se mi è sembrato un po' breve (e so già che Nico dirà che è colpa dei toscani che non chiedono il bis, ma si poteva anche far durare un po'di più la base, direi io); unica nota di demerito è stata la "sala" utilizzata: il già citato "Teatro delle rocce di Gavorrano". Come posto, è molto suggestivo, ed apprezzo il fatto che per raggiungerlo occorra comunque scarpinare per un chilometro abbondante su un sentiero sterrato che sale lungo il fianco della montagna (che un po' di esercizio giova, e poi è divertente all'uscita contare gli scivoloni), ma reputo i gradoni rialzati troppo scomodi, e non è bastato il giacchetto a proteggere le mie terga dalla spigolosità delle rocce tanto che ho passato la serata a cambiare posizione, rannichiando le gambe, puntellandomi contro il gradone alle spalle, assumendo posizioni yoghistiche, meditative e financo kamasutriane, pur di dare pace al mio deretano.
Tutta questa tirata, che può sembrare una pletora di inutilità, è in realtà il nocciolo della questione, il busillis di cui ho dato velata anticipazione nel titolo.
Poichè, con le orecchie ancora sature di note lievi, quando siamo arrivati davanti a casa mia, ove Nico doveva riprendere la strada per Pisa, ecco l'imprevisto: niente chiavi di casa. Come in una sit-com, i miei occhi si dialatano, lo sguardo si perde in alto, e parte il flashback: mentre mi rigiravo sulle pietre tipo salsiccia alla brace, non ho forse sentito, per un attimo, un tintinnio, che il subconscio ha registrato mentre le orecchie lo escludevano in mezzo ai "rumori di fondo"?
Ne sono certo, devo tornare al teatro, per evitare rappresaglie in casa: riprendo la strada, parcheggio di traverso vicino all'uscita: per far vedere la macchina, ed evitare che chiudessero il cancello con lei e me dentro, quindi faccio di corsa la mini maratona che mi separa dall'arena (in verità di corsa i primi 10 metri, il resto in una condizione fra il passo svelto e l'enfisema). Lì trovo il gruppo di operai che smontano il palco e due vigili che sorvegliano il tutto: spiego loro, fra un fischio e uno stridore pleurico, il motivo della mia presenza e corro al mio posto sui gradoni: niente. Giungono anche i tutori del traffico a darmi man forte con una torcia, ma non si trova nulla. Sovviene l'atroce dubbio che le chiavi siano perdute nel percorso fra il parcheggio e il teatro, lungo il quale mi fa da scorta la macchina dei "ghisa", e per fortuna, che a metà percorso spengono anche le luci (Nico avrebbe molto apprezzato la poesia del camminare a lume di stelle nella macchia, ma se cerchi delle chiavi, cazzo, devi vederci!). Comunque i fari della Punto gavorranese non rivelano luccichii nè sul sentiero, nè al parcheggio, così desisto, sperando che il mazzo sia stato ritrovato e consegnato all'ingresso del teatro o in comune, e, non senza qualche bestemmia fra i denti, mi rimetto in strada con le pive nel sacco e le gambe molli, che fare quel sentiero 4 volte in una sera, di cui due rapidamente, non è cosa per me. Per lo meno, nella concitazione, mi sono ricordato che mia madre ha escogitato un modo per entrare in casa se si perdono le chiavi, anche se, essendo contorto che nemmeno i cattivi di 007, lo rammento un po' vagamente; quindi riesco a rientrare sventando il risveglio e rimandando le polemiche al giorno dopo, ed ecco l'imprevisto numero due: alla mia destra, appese al loro posto, le mie chiavi. Le avevo lasciate lì.

giovedì 24 luglio 2008

Post da maschio medio

Lo so, vi ho abituati a post di un certo spessore culturale, a fini ragionamenti e poetiche metafore; ho usato ironia affilata e sarcasmo amaro, ho parlato dei grandi temi della filosofia e della scienza (anzi, come dice Don Zauker, della scènza).
Adesso devo però turbare quest'eremo di spirtualità per anime sensibili con una notizia strettamente materiale, per quanto della massima importanza: ho un poggiachiappe personale, nuovo di pacca:

Anche un particolare degli interni (giusto per l'autoradio, eh!)

E vorrei far notare le prime due lettere della targa... più che una signora macchina, direi una dottoressa macchina. Gh!

martedì 1 luglio 2008

Lavoro

Sono stati giorni un po' caotici, per me. Difatti ho un po' latitato (sul blog solo un post per ingiuriare l'operato del governo, ma per quello c'è voluto poco, cose così nascono da sole ;-P).
Il fatto è che in queste settimane ho, nell'ordine: avuto ed eseguito un lavoro a tempo determinato (sostituzione di una settimana), con profitto; fatto un periodo di prova per un lavoro a tempo indeterminato (un'altra settimana), senza profitto (sia perchè non sono stato pagato, sia perchè ho rifiutato l'offerta), ottenuto un lavoro part-time a tempo indeterminato (tre giorni a settimana, dalla prossima), che ho accettato, per varie ragioni: rispetto all'altra offerta (full time) è più vicino, con collega già conosciuta e di cui mi fido e, soprattutto, lo stipendio è identico (a orario più che dimezzato).
Ora, al di là del fatto che, se esiste un omino che calcola l'indice di occupazione in Italia probabilmente in questo momento mi maledice in tutte le lingue da lui conosciute, quello che è importante è che, per la prima volta nella mia vita, possiedo (possiederò, fra 30 giorni) un'entrata fissa mensile che, per quanto piccola, cambia radicalmente la mia visione del mondo: e adesso? Intanto, temo mi toccherà aprire un conto corrente (cosa finora quantomento inutile), poi dovrò pianificare con attenzione le spese (anche se ho in media più liquidità, si tratta di cifra costante, non variabile come poteva essere prima), dovrò anche rendermi conto che adesso ho il tempo stabilemnte assoggettato ad un impegno non facilmente derogabile...
Più scrivo e più mi sembra di avere preso un'inculata, ma temo sia l'esito di qualcosa cominciato troppo tempo fa perchè potessi prevederlo (non che io sia molto lungimirante, come pawn2 non smette di ricordarmi); cacchio, a 27 anni è una tragedia sentirsi già inchiodati dalla vita!
Però mi consolo, che il 5 Luglio vado a vedere Bergonzoni, pappappero!