giovedì 1 maggio 2008

Milano

Ritorno dalla "capitale del nord" con parecchia stanchezza, qualche nozione veterinaria in più, e molte impressioni generali, un pot-pourri di immagini e pensieri da questi tre giorni meneghini.
Ovviamente, non mi impegno per ordinare il tutto, e lo butto giù così, cecando di rispettare almeno l'ordine cornologico, ma nemmeno troppo.
Viaggio di andata: no problem, tutto tranquillo, a parte un fisiologico ritardo di un treno, e la sconvolgente scoperta che in Liguria, almeno nelle stazioni, anche i cestini sono organizzati per fare la raccolta differenziata.
Scendo dal treno e salgo in metropolitana, senza nemmeno vedere un fazzoleto di cielo, nel trasbordo.
Questa città mi piace, sarà per la mia infanzia in una città asburgica (Trieste riesce ad essere, o almeno così era 15 anni fa, molto più grigia e spigolosa di Milano), sarà perchè il caos metropolitano è uno stacco piacevole per chi vive nella noiosa quiete campagnola; inoltre la gente non mi sembra rispondere alla fama di impersonalità e freddezza: solo nel tragitto sotteraneo, vedo due ragazze (una per ciascuna linea presa) che classifico subito come "Amélie Poulain": disinteressate da quello che le circonda, testa inclinata di lato, sguardo perso leggermente diretto verso l'alto, e sorriso a increspare le labbra: di quelle che ti viene voglia di scoprire cosa le rende felici; oppure, di dar loro un cazzotto sulla spalla e dire "Cazzo ridi?", a seconda dell'umore del momento.
Passando per stazione centrale e metropolitana, non posso non notare i molteplici venditori ambulanti (di ombrelli, soprattutto), anche se, a differenza di quelli toscani, questi mi sembrano meno cordiali, per niente insistenti (mi sono dovuto fermare io, per comprare un ombrelluccio, nessuno che me l'abbia proposto di sua iniziativa), stanno in disparte con aria fra il fastidio ed lo spaventato; del resto, nei loro confronti vedo, per la maggior parte, totale indifferenza od ostilità; siamo nel week end pre-ballottaggio a Roma, il tema della sicurezza viene esaltato dai giornali dando notizia di varie aggressioni e stupri ad opera di extracomunitari (stupri che avvengono anche in giorni normali, ma fanno meno notizia); ma questo è stato uno dei miei maggiori argomenti di discussione nel corso dei tre giorni, e forse ci dovrò fare un post apposito, che ho tanto da dire.
La semiperiferia di Milano è, per il mio gusto, piacevole: grandi spazi, viali enormi larghissimi, che ci impieghi di più ad attraversare la strada che a fare un isolato; diverso verde è sparso quà e là, forse per compensare i chilomeytri da fare per arrivare alla campagna "vera" (mica come da me, che devo solo girare intorno alla casa). A ciò si aggiunge la piacevole sorpresa di scoprire degli autobus che passano, e frequentemente (il ricordo di Pisa mi fa rabbrividire), anche in orari non "classici", persino nei festivi! Inoltre non sono mai stipati, nonostante la pioggia.
Riesco anche ad arrivare all'hotel Quark, sede del mio corso di chirurgia, senza troppi errori: per fortuna a Milano gli autobus ti parlano, per dirti a che fermata sei... tanto che gli autisti a cui chiedevo di avvertirmi quando dovevo scendere, mi guardavano un po' scocciati ed un po' compassionevoli.
Il corso è mediamente interessante, da segnalare poche cose: quasi nessuno stand di azende, di quelli che regalano campioni omaggio: 'stardi... si è sparsa la voce che i chirurghi sono degli scrocconi che poi non comprano nulla... poi, una signora seduta accanto a me che cerca di attaccare bottone, nonostante la mia comunicazione monosillabica "cortese-ma-che-non-vuole-chiaccherare", forse incitata dalle mie occhiate a lato, peccato che io guardassi oltre a lei, la ragazza il posto più in là, di quelle che mi colpiscono sempre: carine e con un che di trasandato, che gli dà un tono naturale, e poi con lo sguardo altero indice di carattere forte ed indipendente... vabbè, per fare capire che il primo giorno ho seguito forse con le orecchie, ma con un occhio solo.
Il giorno dopo, purtroppo, anche le orecchie sono state messe a dura prova: una tipa accanto a me (lei ad il suo amico, 'sti stronzi, hanno rubato il posto alla ragazza carina ed alla sua accompagnatrice) ha passato tutto il tempo a dire "questo lo sapevo", "vabbè, questo è ovvio...", "io l'avevo già capito", "già, anche io faccio così", facendomi pensare a tutte le possibili reazioni per interrompere quello stillicidio di supponenza:
1) Girarmi e dirle "se sai già tutto, perchè non ti levi di culo e lasci seguire me?"
2) Di scatto, darle un cazzotto nei denti e poi esclamare: "Ah-Aah! Questo non lo sapevi, eh?"
3) Guardarla neglio occhi e, con aria appassionata, dichiarare: "Oddio, la tua onniscenza mi ha conquistato, ti prego, sposami! Sì, dai, adesso, non posso più aspettare!". E sperare che fugga.
4) Alzare la mano, e chiedere all'oratore di turno: "Potreste dare un microfono anche a lei (indicandola), che pensa di saperne molto più di lei?"
5) Attendere che andasse in bagno ed affogarla nella tazza.
Ovviamente l'ho semplicemente sopportata, ma se gli sono arrivati metà degli accidententi che gli ho inviato mentalmente, a casa non c'è arrivata.
Preoccupazione riguardo al futuro del mondo: date un centinaio di persone, tutte più o meno interessate alla pratica chirurgica, quelli che, al momento di andare al pranzo-buffet offerto dall'organizzazione, si fermano in bagno a lavarsi le mani sono solo 3-4 (sì, io mi ci fermavo)... Per foruna per operare si usano i guanti, va'.
Infine, al piano inferiore al nostro (che già era il primo degli interrati), si svolgeva, la domenica, la conferenza "rinascere in Cristo"... Che tentazione, andare a vedere, per poi fare finta che mi cadesse qualcosa e piantare un bestemmione.
Nel lasciare la città, il lunedì verso l'ora di pranzo, non potevo evitare, da otaku di provincia par mio, di passare per una fumetteria, scelta tramite internet in modo che si trovasse sulla strada verso la stazione centrale: la borsa del fumetto, in via Lecco (nei pressi di corso Buenos Aires): al di là del fatto che mi è toccato attraversare orde di liceali impottinatissimi all'uscita dalle lezioni, alcuni dei quali mi guardavano pure in maniera un po' scioccata (sarà stata l'aria un po' spaesata da turista fai da te), sono riuscito a trovare il posto (aperto, per giunta), ed anche se mi ha un po' deluso la condizione generale del locale (a mio parere, i fumetti andrebbero tenuti con un po' più di cura) sono riuscito a completare la mia missione, ovverosia trovare il regalo di compleanno per Nico: "From Hell" (e qui si spiegano i vari accenni dati nei giorni scorsi); oltre a ciò, mi sono anche preso, per mio sollazzo personale, Anteprima (giusto per la copertina Ortolaniana) e "Piera degli spiriti ed altre storie", che io di Toffolo conoscevo solo la carriera musicale, ed adesso posso dire che era un peccato, senza nulla togliere ai Tre allegri ragazzi morti.
Detto tutto, si capisce anche che non potevo pubblicare questo post prima che il dono giungesse al destinatario, e quindi è per questo che ci ho impiegato tanto ad aggiornare... non è perchè sono pigro e ci ho impiegato due settimane per scrivere 'ste stronzate... noooo... sono credibile?

7 commenti:

Fuma ha detto...

Beh dai, pensavo peggio. O c'è un peggio che non ci hai raccontato?

Poros ha detto...

In effetti ieri, per la fretta di chiudere il post (che dopo non avevo più scuse per rimandare), mi sono dimenticato la chicca del ritorno: viaggio da Genova in compagnia con gita scolastica delle superiori, i cui ragazzi mi sono anche risultati abbastanza simpatici, tanto che al momento di scendere li ho salutati con un "buon viaggio" amichevole... loro mi hanno risposto con un "arrivederci"... maledetti giovinastri...

Il Biondo ha detto...

"Gli autobus non sono mai stipati"??? Oh visitatore della domenica! io ti ci farei provare a te a montare sull'ultimo autobus 727 per centrale prima dell'inizio dello sciopero del venerdi (che capita con inquietante cadenza mensile)... e poi, perchè ti sta bene, ti ficcherei anche la testa sotto le ascelle dei manager in doppiopetto pigiati come sardine in metropolitana un mercoledi di Luglio... che il puzzo di rancido ti si ferma in gola fino al giorno dopo... ma che pensi davvero?! che i mezzi pubblici di milano siano come le giostrine del luna park di cecina?!

Il Biondo ha detto...

niente di personale, sia chiaro, è solo che mi è saltata fuori parte di quella rabbia repressa nei confronti dei viaggi sui mezzi a milano accumulata nell'ultimo anno... :)

Poros ha detto...

No, via, allora incazzati... Scherzo, in effetti io ho visto i mezzi solo il venerdì sera, il week end e il lunedì verso l'ora di pranzo, sicuramente non ore di punta... però pensavo che, essendoci corse più frequenti, nei giorni feriali, la calca non aumentasse in maniera spropositata... vabbè, ma peggio di pisa?

Il Biondo ha detto...

la differenza tra prendere un mezzo pubblico a Pisa e prenderne uno a Milano è più o meno la stessa differenza che ci può essere tra "Alice nel paese delle meraviglie" e "Rambo"

Poros ha detto...

uhm, sei sicuro di ricordarti bene? Io mi rammento di pulmann talmente pieni che le porte non si chiudevano (e l'autista partiva lo stesso); mi ricordo un paio di corse saltate che, visto che passavano "normalmente" ogni 20 minuti, significava attendere quasi un'ora, che poi però ne vedevi arrivare 3 uno dietro l'altro...