domenica 23 agosto 2009

Impressioni di Sardegna

Un po' di immagini sparse riguardo un week end trascorso per andare in Sardegna al matrimonio di mia cugina.
Il viaggio, che adesso è più veloce, su navi più belle e anche dotate di prese elettriche, che quindi mi permettono di usare il PC anche in viaggio per guardare un po' di serie accumulate e al ritorno anche di scrivere un po' (giusto per spiegare che per un post mi ci vuole un viaggio di 5 ore in nave). L'arrivo, con la Sardegna che mi accoglie al solito con l'odore di cisto che, pur non essendo esclusiva dell'isola, è la sensazione che più mi fa capire in che regione mi trovo, subito seguita dalla vista della terra brulla, che la campagna sarda è troppo tipica, la si riconosce anche se ci si va d'inverno, con le rocce che prepotenti spiccano sul verde, a ricordargli che tanto, nella stagione calda, saranno di nuovo maggioranza.
Farmi accogliere, stanco morto, a casa della nonna, al piano di sotto della casa della sposa, e scoprire che si usa, la notte prima del matrimonio, fare la “serenata”: tenere svegli gli abitanti della casa (e del vicinato) con urli, trombe da stadio, fuoristrada, camion e macchine agricole, nonché brindisi e “cumpidonzu”, termine che indica sia la visita che i generi di conforto che le si accompagnano: le due cose sono inscindibili, unite nel rito che prevede un'insistenza continua da parte dei padroni di casa ed almeno tre rifiuti da parte degli ospiti.
Il matrimonio, visto dall'interno della casa della sposa, è qualcosa di caotico e travolgente, con mille persone che organizzano e ordinano, e nessuno contento appieno di come vanno le cose. Sembra la politica, ma con il lieto fine.
Ho scoperto di sopportare il completo anche nel caldo sardo, anche nelle ore di metà giornata (ma senza cravatta, che non l'indossava nemmeno il padre della sposa).
La cerimonia (rigorosamente religiosa) è stata intaccata dal parroco, antipatico come pochi, che ha, nell'ordine: fatto un excursus sui giovani che non vanno in chiesa (e dopo si capirà il perché), detto che la religione non offende l'intelligenza e la logica, per poi subito parlare di matrimoni omosessuali come si potrebbe parlare di viaggi intergalattici e definire i gay “malati”, dilungarsi inutilmente sul perché una candela alle sue spalle fosse caduta dal candelabro (e giuro che se era una metafora, aveva sfondo sessuale), redarguire gli amici degli sposi perché avevano, anche prima che uscissero i neo-coniugi, tirato il riso e coriandoli fin dentro la chiesa: a questo punto è intervenuta la mano di Dio, che, mentre parlava, gli ha tirato una manciata di riso in faccia (è stata una scena bellissima, ed ho filmato tutto).
Per quanto riguarda il pranzo, c'è da spiegare qualcosa? Trecento invitati, io addirittura al tavolo degli sposi, anche se defilato, numero di portate indefinito, basti dire che mi sono dovuto arrendere sui contorni e il secondo piatto di carne (la doppia porzione di porcetto arrosto mi ha quasi steso), ed ho anche dovuto rifiutare una seadas col miele, in favore della torta nuziale. Il sunto è che credo di avere recuperato i due chili persi negli scorsi due mesi (ovviamente vittime dello stress, non della mia volontà).
La mattina successiva (stamattina, in realtà), sono partito che era ancora notte, con il dubbio di arrivare tardi per il check-in al traghetto, ho quindi fatto la strada di corsa, in gara con l'alba, passando dalla notte di luna nuova, attraverso il momento in cui ti accorgi che riesci a riconoscere il cielo dalla terra, passando per il chiarore che illumina il bordo della strada (e il cane che mi guardava dal lato, spero non abbia poi attraversato, era un suicidio), fino ad arrivare al molo per vedere il sole che spunto dal mare, e lì ho capito che, pure in ritardo di un quarto d'ora sull'orario d'imbarco, non potevo arrivare in momento più giusto.

4 commenti:

Opticalillusion ha detto...

Che bello leggerti. Ri-leggerti.

Io odio i preti. Al matrimonio dei miei il parroco fece l'omelia riguardante il fatto che padre gestisse un ristorante aperto fino a tarda notte, un luogo di perdizione.
Bah.

L'alba sul mare.
*love

Poros ha detto...

Allora deve essere usanza comune, di fare uscite ad minchiam nel corso dei matrimoni... Pensavo fosse peculiarità di certi preti, e certe zone.
Ci provo, a riprendere e scrivere, ma sono stato vittima di un'estate terribile, fra extra-lavoro (credo tu mi capisca), e il poco tempo libero rosicchiato da 2 matrimoni, che mi hanno anche abbattuto il morale (vedere sposare una cugina più piccola di 4 anni ti fa sentire un po' ritardatario...)
Per l'alba: e il magnifico è che è stata quasi inaspettata, concentrato come ero a non fare tardi...

Fuma ha detto...

Non cadere nel ricatto morale dello sposarsi perché lo fanno tutti e perché l'ha fatto tua cugina più giovane di 4 anni. Sii un fiero baluardo delle coppie di fatto ;)

Poros ha detto...

Eh, ma magari! Il problema è che, di fatto, non sono nemmeno una coppia, per quanto lo sviluppo di una personalità multipla potrebbe mettermi su una buona strada, ma sarebbe difficile sperare in un riconoscimento da parte dello stato, visto che in tutti i casi, avendo io personalità prettamente maschili, sarebbe una coppia dello stesso sesso, e quindi invisa alla chiesa. Maledette discrimazioni nei confronti degli schizofrenici coerenti.
Sì, lo so, sto male. Ma ho appena finito una delle estati meno riposanti della mia vita. Ho bisogno di una vacanza. A settembre. Sono in ritardo anche per questo.